LA CHIMICA DELL’AMORE

Anna Giobbio • 10 febbraio 2024

Si sta avvicinando il 14 Febbraio, il giorno di San Valentino: la festa degli innamorati! Vi siete mai chiesti come mai ci innamoriamo di un’altra persona? Ve lo spieghiamo noi! 

Quando ci innamoriamo la prima sostanza che viene prodotta a livello cerebrale è la feniletilammina, una sostanza che attiva la successiva produzione di dopamina.

La dopamina ci condiziona in quanto iniziamo a considerare gratificante tutto ciò che riguarda l’altra persona, infatti viviamo uno stato di ebrezza, mista ad eccitazione ed euforia. A questo punto si ha la produzione di noradrenalina che diffonde nel sistema limbico e nell’ipotalamo, ponendo in pre-allarme il sistemo di risveglio del desiderio e dell’eccitazione sessuale. Infine viene prodotta l’ossitocina che favorisce il contatto fisico. Per enfatizzare ancora di più queste reazioni biochimiche, i lobi frontali, che sono deputati all’autocontrollo, al calcolo ed al giudizio, riducono la loro attività.

Questo processo riguarda soprattutto la fase iniziale dell’innamoramento; mentre dopo un periodo che varia tra i 18 mesi ed i 4 anni inizia quello che viene definito “amore attaccamento”. In questa fase il nostro cervello produce le endorfine, ovvero delle sostanze euforizzanti che ci procurano un benessere derivante dalla sola presenza dell’amato accanto.

Autore: Farmacia Abrate 12 settembre 2025
La glicemia è il livello di zucchero (glucosio) presente nel sangue. Il glucosio è la principale fonte di energia per il nostro corpo e i livelli di glicemia devono rimanere all’interno di un intervallo sano per garantire che il nostro organismo funzioni correttamente. Misurare la glicemia è un test fondamentale per monitorare la salute, soprattutto per le persone con diabete o a rischio di svilupparlo. Perché misurare la Glicemia? Misurare la glicemia è essenziale per vari motivi: Controllo del diabete : per chi ha il diabete, il monitoraggio regolare dei livelli di zucchero nel sangue è cruciale per mantenere il diabete sotto controllo e prevenire complicazioni a lungo termine, come danni ai vasi sanguigni, ai reni e alla vista. Prevenzione di complicazioni : livelli troppo alti o troppo bassi di glicemia possono portare a seri problemi di salute. Un controllo accurato aiuta a mantenere i valori nella fascia normale e prevenire episodi di ipoglicemia o iperglicemia. Ottimizzazione del trattamento : la misurazione della glicemia permette ai medici di aggiustare la terapia, che sia tramite insulina, farmaci orali o modifiche nella dieta e nell’attività fisica, per gestire al meglio i livelli di zucchero nel sangue. Autocontrollo e benessere : per le persone con diabete, monitorare la glicemia aiuta a prendere decisioni informate riguardo alla dieta, all’esercizio fisico e all’assunzione di farmaci, migliorando il benessere generale e la qualità della vita. Quando misurare la Glicemia? La frequenza della misurazione dipende dalle necessità individuali e dalle indicazioni mediche. Ecco alcuni casi in cui è importante misurare la glicemia: Per chi ha il diabete : chi soffre di diabete dovrebbe monitorare regolarmente la glicemia per controllare come il corpo gestisce lo zucchero nel sangue. La misurazione avviene tipicamente prima dei pasti e prima di coricarsi. Durante la gravidanza (Diabete Gestazionale) : le donne in gravidanza che sviluppano diabete gestazionale devono monitorare la glicemia per prevenire complicazioni durante il parto e per la salute del bambino. In caso di sintomi sospetti : se si avvertono segni di glicemia alta (come sete eccessiva, stanchezza, visione offuscata) o bassa (come sudorazione, tremori, confusione), è fondamentale misurare la glicemia per comprendere la causa dei sintomi. Per prevenire il diabete : le persone a rischio di sviluppare il diabete (ad esempio, con familiarità per la malattia o con sovrappeso) potrebbero essere invitate dal medico a monitorare i livelli di glicemia. Come misurare la Glicemia? La glicemia può essere misurata tramite un piccolo campione di sangue prelevato dal dito (test della glicemia capillare) o tramite analisi del sangue in laboratorio. Esistono anche dispositivi da utilizzare a casa, come i glucometri, che sono facili da usare e forniscono risultati rapidi. Misurazione a digiuno : Eseguita al mattino, dopo un digiuno di almeno 8 ore, questo test fornisce una base per capire come il corpo gestisce il glucosio senza l’influenza del cibo: quello della glicemia a digiuno è l’esame più affidabile e comune. Misurazione post-prandiale : Misurata due ore dopo un pasto, questo test mostra come il corpo gestisce il glucosio quando viene introdotto con il cibo. Test dell’HbA1c (emoglobina glicata) : Questo test misura la glicemia media negli ultimi 2-3 mesi, fornendo una panoramica a lungo termine del controllo del glucosio nel sangue. Valori normali della glicemia a digiuno Conoscere i valori normali della glicemia è fondamentale per interpretare correttamente i risultati. Generalmente, i valori normali della glicemia sono: A digiuno : Tra 70 e 100 mg/dL Post-prandiale : Inferiore a 140 mg/dL HbA1c : Inferiore al 5.7% Questi valori glicemia normali possono variare leggermente a seconda delle linee guida utilizzate, ma rappresentano un buon riferimento per capire se i livelli di glicemia sono sotto controllo. I valori di glicemia a digiuno differiscono notevolmente da quelli presi in altri momenti della giornata. Implicazioni dei valori glicemici alterati Glicemia Alta (Iperglicemia) L’ iperglicemia , o glicemia alta , si verifica quando i livelli di zucchero nel sangue sono superiori ai valori normali. La glicemia alta può essere causata da vari fattori come una dieta ricca di zuccheri, stress, malattie o una gestione inadeguata del diabete. I sintomi più comuni della glicemia alta (iperglicemia) includono: Sete eccessiva Minzione frequente Affaticamento Visione offuscata L’ iperglicemia cronica può portare a gravi complicazioni, come danni ai nervi (neuropatia), danni ai reni (nefropatia), problemi alla vista (retinopatia) e malattie cardiovascolari. Glicemia Bassa (Ipoglicemia) L’ ipoglicemia si verifica quando i livelli di zucchero nel sangue scendono sotto i valori normali. Questo può accadere per vari motivi, tra cui: Eccessiva somministrazione di insulina Attività fisica intensa senza adeguata alimentazione Saltare pasti I sintomi dell’ipoglicemia includono tremori, sudorazione, confusione, irritabilità e, nei casi più gravi, svenimenti. L’ipoglicemia severa richiede un intervento immediato per prevenire conseguenze gravi come convulsioni o perdita di coscienza.
Autore: Farmacia Abrate 26 agosto 2025
La vitamina D è una vitamina liposolubile che non deve essere assunta continuamente attraverso l’alimentazione: infatti il nostro organismo la immagazzina e la utilizza secondo necessità. La vitamina D si presenta sotto due forme: l’ergocalciferolo (o vitamina D2), che viene assunto con il cibo, e il colecalciferolo (o vitamina D3), che viene sintetizzato dall’organismo. Viene in grande parte accumulata dal nostro organismo attraverso l’esposizione ai raggi solari e va integrata solo in situazioni particolari. A che cosa serve la vitamina D? La vitamina D viene sintetizzata dal nostro organismo soprattutto mediante l’assorbimento dei raggi del sole a livello cutaneo. La vitamina D regola il metabolismo del calcio: per questo gioca un ruolo di primaria importanza nell’azione di calcificazione delle ossa. La vitamina D contribuisce inoltre a mantenere nella norma i livelli di calcio e di fosforo nel sangue. A differenza di ciò che comunemente si crede, la vitamina D è scarsamente presente negli alimenti (l’unica eccezione è data dall’olio di fegato di merluzzo). Tra le fonti alimentari si possono ricordare comunque alcuni pesci grassi, latte e derivati, uova, fegato e verdure verdi. Qual è il fabbisogno giornaliero di vitamina D? Il fabbisogno giornaliero medio di vitamina D varia molto in base all’età del soggetto. Si va dalle 200 unità al giorno per i bambini e gli adulti fino ai 50 anni, si passa alle 400 unità per le persone con età compresa tra i 51 e i 70 anni, fino ad arrivare alle 600 unità per le persone con più di 70 anni. Carenza di vitamina D Diverse sono le conseguenze negative che possono scaturire dalla carenza di vitamina D: scarsa calcificazione delle ossa (con conseguenze molto varie che possono andare dal rachitismo per i bambini, a deformazioni ossee di varia natura, fino ad arrivare all’osteomalacia, malattia caratterizzata da contenuto minerale osseo insufficiente nonostante l’osso appaia esternamente integro). La mancanza di Vitamina D inoltre indebolisce i denti e li rende più vulnerabili alle carie . Eccesso di vitamina D Se assunta in eccesso, la vitamina D può comportare calcificazione diffusa a livello di diversi organi con conseguente vomito , diarrea e spasmi muscolari . Quali comportamenti possono provocare una carenza di vitamina D? Una ridotta esposizione al sole è il principale comportamento che può avere come conseguenza una carenza di vitamina D. Anche altri comportamenti come l’abuso di alcol e il consumo di sostanze stupefacenti possono comportare una “dispersione” della vitamina. L’uso di certi farmaci può infine influire sulla quantità di vitamina D presente nell’organismo.
Autore: Anna Giobbio 6 aprile 2024
Chi non ha mai sperimentato quell'improvviso stimolo doloroso che si irradia fin in fronte e rovina il piacere di gustarsi un buon gelato o una bevanda fresca nelle calde giornate estive? Un dolore intenso, ma per fortuna fugace, con un nome preciso e complicato " ganglioneuralgia sfenopalatina " che capita ai primi morsi si un alimento o sorsi di una bevanda molto freddi. Gelati, ghiaccioli e bibite fredde se consumati velocemente possono provocare forti mal di testa che durano pochi istanti. Nel 2012 i ricercatori dell'Hardvard Medical School si sono chiesti quale fosse il funzionamento del ghiaccio-testa e quali effetti avesse sul cervello. L'esperimento è consistito nel provocare il " ghiaccio-testa " ai 13 partecipanti. In pratica questi ultimi hanno bevuto un bicchiere di acqua fredda assicurandosi che toccasse il palato. Si è scoperto che le fitte sono causate da un incremento di flusso sanguigno attraverso l'arteria cerebrale anteriore. Non appena l'arteria subiva una costrizione, il dolore scompariva. Questo mal di testa dura solo pochi istanti. Quindi come fare per evitare ciò? 1. Premere contro il palato, verso la parte terminale, in modo da riscaldare i nervi ; 2. Mangiare i cibi freddi posizionandoli prima nella parte iniziale della bocca, meno vascolarizzata .
Autore: Anna Giobbio 25 marzo 2024
La cistite è un'infiammazione della parete vescicale frequentemente provocata da un'infezione che colpisce le vie urinarie. I sintomi più comuni sono i seguenti: ⦁ difficoltà nell'emissione dell'urina che viene eliminata goccia a goccia; ⦁ dolore e bruciore nell'urinare che persiste anche dopo la fine della minzione; ⦁ dolore sovrapubico accompagnato dalla sensazione di non aver svuotato completamente a vescica; ⦁ bisogno continuo di urinare ⦁ talvolta perdite di sangue. Le donne soffrono maggiormente di cistite rispetto agli uomini poichè l'uretra e il retto sono maggiormente vicini. I batteri patogeni provenienti dall'intestino possono quindi raggiungere più facilmente il condotto uretrale e da qui risalire nella vescica. In condizioni fisiologiche a livello vaginale sono presenti i lattobacilli, ossia batteri che ostacolano la crescita di altri batteri nocivi; talvolta però questo microsistema può essere alterato causando l'infezione. Le cause della cistite possono essere diverse in base all'età. Nelle bambine l'infezione può insorgere a causa di un'errata igiene, per questo motivo è importante insegnare loro a lavare i genitali in maniera corretta: dall'avanti all'indietro e NON viceversa! In gravidanza invece le modificazioni ormonali tipiche della gestazione sono responsabili della maggiore predisposizione alle infezioni urinarie. Infine nelle giovani donne la causa principale è spesso rappresentata dal rapporto sessuale, in quanto la risalita batterica dall'uretra alla vescica è facilitata dal rapporto in maniera meccanica. Per un trattamento farmacologico è SEMPRE necessario fare riferimento al proprio medico curante, il quale, ove necessario, prescriverà una terapia antibiotica efficace. Tuttavia possiamo seguire delle semplici raccomandazioni per ridurre il rischio di infezione: 1. Mantenere un adeguato apporto idrico: è consigliabile bere almeno un litro e mezzo di acqua per favorire la diuresi; 2. Evitare il consumo di cibi e bevande che possono irritare l'intestino; 3. Favorire una minzione regolare, infatti trattenere l'urina per molte ore può essere una causa di predisposizione all'infiammazione della vescisa; 4. Utilizzare biancheria intima in fibre naturali, poichè i tessuti sintetici possono favorire l'irritazione dei genitali esterni.
Autore: Anna Giobbio 15 marzo 2024
La scoperta e l'utilizzo degli antibiotici ha reso possibile curare molte malattie di origine batterica che in passato pregiudicavano fortemente la vita dell'uomo ed erano spesso letali. Oggi giorno però si registra la tendenza ad una diminuzione dell'efficacia di questi medicinali in seguito ad una maggior velocità di sviluppo e diffusione di un fenomeno definito "antibiotico-resistenza". Come fanno i batteri a resistere? Nello specifico i batteri resistono agli antibiotici in modo differenti: ⦁ espellendo l'antibiotico; ⦁ rendendo la propria membrana impermeabile al farmaco; ⦁ modificando la struttura dell'antibiotico per renderlo inattivo; ⦁ modificando le proteine di superficie con le quali l'antibiotico interagisce per penetrare nel batterio, in modo tale da impedire questo passaggio. Perchè succede? Il fattore principale che contribuisce a questo fenomeno è l'utilizzo FREQUENTE ED INAPPROPRIATO di questi medicamenti. E' importante sottolineare che gli antibiotici proprio per queste ragioni sono un bene prezioso che si sta esaurendo nel tempo! LA RESISTENZA AGLI ANTIBIOTICI COSTITUISCE UN PROBLEMA PER TUTTI? VERO! Usare gli antibiotici in modo adeguato è una responsabilità del singolo nei confronti della propria salute e della collettività. L'uso responsabile degli antibiotici permetterà a tutti di avere sempre a disposizione medicinali efficaci per le malattie batteriche. Al contrario, lo sviluppo di antibiotico-resistenza, conseguente ad un uso inappropriato degli antibiotici, mette a rischio la salute di ognuno di noi.
Autore: Anna Giobbio 8 marzo 2024
La pillola contraccettiva è un farmaco ad uso orale impiegato come metodo di prevenzione del concepimento. Ve ne sono due tipi principali: 1. La pillola estroprogestinica anche detta "pillola combinata"; 2. La pillola progestinica definita "minipillola". La pillola provoca un "falso ciclo"? VERO ! Fisiologicamente le mestruazioni si verificano in seguito alla mancata fecondazione dell'ovulo, pertanto quest'ultimo viene espulso attraverso una piccola emorragia. Il sanguinamento che si verifica dopo aver sospeso la pillola invece è detto "falso ciclo" perchè gli ormoni contenuti nella pillola inibiscono l'ovulazione, ma non bloccano la crescita della mucosa uterina. Infatti quando si interrompe la somministrazione, quest'ultima di sfalda causando delle perdite di minore entità rispetto alle precedenti. La pillola a lungo termine può provocare infertilità? FALSO ! Quando si smette di assumere la pillola il ciclo mestruale tornerà ad avere le medesime caratteristiche "pre-trattamento", ciòè l'azione contraccettiva del farmaco è quindi reversibile! Quest'ultima inoltre provoca malformazioni fetali, nè può determinare un aumento degli aborti spontanei. La contraccezione ormonale cura la dismenorrea? VERO ! Molte donne durante il ciclo mestruale soffrono di crampi all'utero, nel 25% dei casi questi dolori sono molto intensi e rientrano in una condizione definita "dismennorea". Si può trattare assumendo degli antidolorifici, ma talvolta il dolore è così forte da dover rinunciare alle attività lavorative, di studio e sociali. L'uso della pillola, in questi casi, in seguito ad una valutazione ginecologica, è sicuramente una valida opzione.
Autore: Anna Giobbo 17 febbraio 2024
L’esfoliazione è un trattamento cosmetico che serve ad eliminare periodicamente le cellule morte della pelle. È utile per risvegliare la microcircolazione, promuovere il ricambio cellulare e purificare a fondo la pelle, rendendola nuovamente sana e luminosa. Esistono diverse tipologie di esfoliazione, apparentemente sembrano simili, ma in realtà presentano sostanziali differenze. Vediamole insieme! Lo SCRUB consiste in una frizione dello strato corneo che viene eseguito con una crema o un gel arricchito da microgranuli abrasivi che mediante un massaggio favoriscono l’eliminazione meccanica delle cellule morte. È definita “meccanica” perché è la pressione delle nostre mani che i microgranuli. Questi ultimi sono formati da sali o polveri ricavate da nocciolo della frutta o parti di piante essiccate. Il GOMMAGE, invece, è sempre uno scrub, ma prevede l’utilizzo di polveri esfolianti più sottili, adatte per lo più alla cura del viso. L’ ESFOLIAZIONE ENZIMATICA consiste nella rimozione delle cellule morte in fase di distacco con degli enzimi proteolitici come la papaina e la bromelina che svolgono la loro funzione in base ai minuti di posa, infatti cessano l’azione nel momento in cui vengono della rimozione tramite risciacquo. L’ ESFOLIAZIONE CHIMICA , comunemente chiamata peeling, prevede la disgregazione o il sollevamento delle cellule morte da parte di particolari acidi (AHA e BHA, cioè alfa-idrossiacidi e beta-idrossiacidi). Questi ultimi quando vengono applicati sulla pelle stimolano i processi di riparazione della pelle per cui ne incrementano il turn over, aumentano la microperfusione vascolare ed aumentano la produzione di collagene ed elastina. I peeling si suddividono in tre ulteriori categorie: • SUPERFICIALI contengono una concentrazione di attivi quali acidi glicolico 3-10%, acido salicilico e acidi derivati dalla frutta, i quali son più delicati come l’acido citrico, tartarico e magico). Si possono eseguire in autonomia; • MEDI sono eseguiti solo in centri estetici specializzati; • PROFONDI sono di pertinenza medica in quanto possono presentare delle controindicazioni.
Autore: Farmacia Abrate 3 febbraio 2024
Il saturimetro è uno strumento utile e pratico che consente di misurare: la saturazione del sangue, ovvero la percentuale di emoglobina che è legata all’ossigeno; la frequenza cardiaca. In linea generale il valore della saturazione per i soggetti che non presentano particolari patologie non dovrebbe scendere sotto al 94%. Come funziona? Da un’estremità viene emesso un fascio di luce LED che viene fatto passare attraverso il dito della mano; parte di questa luce viene assorbita dall’emoglobina ossigenata dei capillari. Dall’altra estremità del dispositivo una fotocellula rileva l’intensità della luce all’arrivo, che corrisponde all’intensità del fascio di luce non assorbito, e, sulla base di questo valore, calcola la quantità di emoglobina ossigenata.
Autore: Farmacia Abrate 26 gennaio 2024
Perchè indossarle? 
16 gennaio 2024
La cellulite è un termine comunemente usato per indicare una condizione medica scientificamente nota con il nome di Adiposità Localizzata (AL): un complesso d alterazioni evolutivo della crescita del tessuto adiposo. E' una situazione di alterato metabolismo localizzato a livello del tessuto sottocutaneo che determina un aumento delle dimensioni delle cellule adipose e una ritenzione idrica negli spazi intercellulari. Si manifesta con la comparsa soprattutto su fianchi, cosce, glutei e addome di fossette irregolari che danno vita alla cosidetta “ pelle a buccia di arancia ”. Interessa circa il 90% delle donne, indipendentemente dall'età e dalla forma fisica e può riguardare anche gli uomini. Nonostante sia considerata un inestetismo in realtà la cellulite è un vero e proprio problema di salute. Infatti la crescita del pannicolo adiposo può compromettere la circolazione linfatica e venosa, causare edemi e comprimere nervi con sensazioni dolorose. Quali sono le cause della cellulite? Il meccanismo alla base della cellulite è piuttosto complesso. In condizioni ottimali, le cellule adipose presenti nell'ipoderma funzionano da riserva di energia per l'organismo. Sotto l'influsso ormonale in soggetti predisposti, il pannicolo adiposo può subire una crescita esagerata, che aumenta ulteriormente se si introducono troppe calorie rispetto al fabbisogno dell'individuo. Come si può prevenire la cellulite? Alcuni consigli sono quelli di seguire una dieta equilibrata, con abbondanza di fibre e svolgere regolare attività fisica. Inoltre è utile evitare di indossare indumenti che ostacolano la circolazione linfatica, soprattutto agli arti inferiori. Bisogna porre attenzione anche all'assunzione di stimolanti, ormoni o pillola anticoncezionale.